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sabato 2 maggio 2015

Elisabeth Tomasoni, ritratto di un'artista.

La incontro sulla piazzetta, che così chiama lei quello slargo con quattro panchine in croce che dà sul panorama marino del piccolo agglomerato di case de" I camerini", località marina di Ostuni ,a Villanova, che di Ostuni ne è una frazione. Tutti i giorni, nelle ore più impensate, da quelle antelucane (le sue preferite) a quelle pomeridiane o serali, Elisabeth fotografa il mare, le panchine, la piazzetta e quei quattro alberi che la popolano nell'inverno deserto e freddoloso battuto dalle tramontane secche e glaciali. E anche il giorno in cui la incontro si fa trovare lì, con i suoi due cani, che lei pudicamente dice non suoi di proprietà, ma di gestione. Nel senso che bada a loro, si accompagna a loro, ma non li possiede "proprietariamente". Anche oggi ha fotografato il mare, dice, con lo smartphone,  e ne ha postato le foto di mattino presto sul suo sito di Facebook . Non possiede una macchina fotografica e postare con lo smartphone foto che inquadrano lo stesso paesaggio, quel braccio di mare, in vari giorni, epoche, stagioni , ore , fa parte di un suo progetto complessivo che credo voglia dimostrare alla fine,  che niente è sempre uguale a se stesso e che anche il mare e gli scogli invecchiano, come noi umani. Anche il sole, anche il vento, gli alberi di sicuro, e le panchine rose dalla salsedine. 
Ha appena smontato dal lavoro(lavora a volte in una pescheria, lavoro che le piace molto), e si scusa per il dèshabillè. Io dico che non c'è problema e chiedo se posso scattare due foto mentre mi mostra le sue creazioni artistiche, Lei parla un napoletano spurio con accento francese che mi ricorda l'attrice francoitaliana Natalie Guetta, quella che interpreta la perpetua di Don Matteo . Mi fa entrare in casa, una casa al piano terra in una vietta in quel quartierello de "I camerini", costituito da case a due  piani. I due cani di razza indefinita come indefinita è l'arte, penso, si accoccolano lì nei pressi. Una casa di mare, che va benissimo per una o due persone. Con una pratica cucina , un divano rosso vinaccia molto comodo, camera da letto e bagno. Tutt'intorno a me la delizia di creazioni artistiche a iosa, Me le faccio mostrare e spiegare: spiccano un quadro costellato da autentici chiodi che compongono una figura umana, un altro quadro con profilo umano che fuma messo insieme da miriadi di mozziconi di sigarette, la foto di un cavallo inserita all'interno di una pittura, sorta di patchwork matrimoniale fra foto e pittura, ritratti fotografici o a matita e anche sculture, lavori su pezzi raccolti dal mare, pezzi di legno, una pietra che lei vuole scolpire a forma di Italia, posaceneri, fra cui uno in vetro che faceva suo nonno. Poi spuntano gilet, borse, cappelli, con interventi pittorici a plastica, veramente originali e belli, fatti da sua sorella, che vive in Francia. Elisabeh è figlia di un ostunese emigrata in Francia e di padre francese.
Chiedo se sua sorella riesca a vivere della sua arte. Ma quanne maie, dice, noi artisti facimme a fame.
 Mi parla della sua vita. E' stata sposata , un tempo, con un napoletano. Da qui questa sua parlata simpatica a prescindere. Ora vive da sola con i suoi due fedeli canidi accoccolati lì fuori. E fa ogni sorta di lavoro onesto che le consenta di sbarcare il lunario. Sogna di fare scuola di teatro per bambini, perché è da lì che lei è nata artisticamente, da lì è partita. E a giudicare dalle sua espressività, c'è da giurarci che è un attrice nata. Infossa lievemente le guance quando sorride e fuma le sue sigarette, sorseggiando caffelatte, di cui è ghiotta. Mi offre un paio di caffè con la moca che hanno un'aroma speciale. L'aroma dell'artista, dico io scherzando. Ha ricevuto già qualche riconoscimento, le sue foto sono piaciute, qualcuno , un artista affermato, gliele ha chieste per una mostra a Napoli. Mi parla della sua religiosità. Un giorno mi sono trovata di fronte a Dio, quando io, fino a poco tempo prima, prendevo in giro gli evangelisti che mi predicavano ossessivamente e senza speranza...non so come è successo. E' stata un'illuminazione. Chiedo di spiegarmi meglio. La sua è una religiosità autentica, pura, spirito originario catacombale, cristianesimo ab origine. Mi mostra la sua bibbia tutta sottolineata, studiata e ristudiata, che io fotografo perché è un'opera d'arte anche quella, con foglie d'alberi per segnalibro o comunicazioni di servizio coriandolanti fra le pagine. Dice che lei fa arte per un moto dell'anima, le viene da dentro, creare è una sua esigenza. Un giorno vuole avere una barca, per pescare e vivere di questo. Eh, le dico, ma il nostro mare non è più pescoso come quello di una volta. "Ma io tengo a Dio, chille me farà riempire la barca di pesce tutt'è vote", conclude.

















































































































































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