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venerdì 18 luglio 2014

Ecosistema dell'Ortazzo, Ravenna











































































































Cascate dell'Acquacheta. appennino Tosco-Romagnolo, 13/07/2014

Lì dove Dante scrisse passi memorabili della Divina Commedia, lì dove vi trasse ispirazione affronto con mio fratello un percorso trekking mediamente impegnativo, sentieri stretti che fendono la natura arborea fiancheggiati da torrenti e ruscelli che si aprono in pozze dove si frangono acque di cascate e cascatelle che avrebbero fatto la gioia di Whitman, il poeta americano che meglio di chiunque cantò la wilderness, armati di bastoncini affrontiamo la montagna nel silenzio più totale dal rumore delle acque che scivolano sulle rocce , incontriamo funghi, alberi di tutte le specie boschive e non un segno di inciviltà sotto forma di "monnezza" abbandonata, che resta nei cassonetti delle città lontane. Di quando in quando chiacchieriamo col brother, ma avanziamo imperterriti partigiani indomiti a caccia di silenzi assordanti, di echi rifratti, canti di urogalli, guizzi di trote,  versi di rospi, ringhi di volpi lontane. Ci bagniamo a tratti in pozze d'acque dentro cui si tuffano cascate poderose ma anche zampilli impercettibili, mentre schiacciamo qualche gambero che popola i fondali di questi torrenti con gran dispitto, come il sommo poeta avrebbe detto sotto effetto lisergico di qualche suo recitativo, facciamo il bagno nella pozza degli ufficiali che più tardi il signor Enzo, barbuto anziano testimone dei luoghi ci racconterà chiamarsi così per via del fatto che due ufficiali durante il secondo conflitto bellico vi si recarono a fare il bagno tornandone uno solo dal momento che amavano la stessa donna e che quivi( è d'uopo parlar in siffatto modo)  una volta un giovane di 14 anni vi cadde dentro e vi lasciò la vita, trovato il suo corpo a più di cinque metri di profondità. Dopo un paio d'ore ci fermiamo in un rifugio di pietra tenuto dentro pulito alla perfezione, dove troviamo un registro per i visitatori che subito verghiamo di qualche nostra impressione. Mezz'ora dopo arriviamo in cima ad uno spiazzo dove c'è un capanno che serve per osservare i caprioli che brucano l'erba di nascosto da loro, qualche turista con famigliola al seguito bivacca civilmente sul prato. Saliamo in cima al termine del percorso dove un' iscrizione lapidea ci rammenta che quei luoghi hanno ispirato alcuni dei più famosi versi della Divina Commedia. Alcuni trekkers riposano in cima alle cascatelle su uno strapiombo...Il ritorno è pià rapido, ma ci fermiamo a bagnarci ancora, a farci scolpire  i corpi dalle acque gelide che dopo l'ipotermia quasi ci fanno soffocare dal calore, una volta ritornati sulla terra ferma , per contrasto. Giungiamo nel pomeriggio inoltrato sazi d'ossigeno e saturi di natura...le città ci aspettano, ma non abbiamo troppa fretta di immergerci nel torrente di asfalto, cemento e  uomini e donne di "Uomini e  Donne".

Buona visione