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venerdì 18 luglio 2014

Tarantarte al Ca'De Mandorli, San Lazzaro di Savena (Bo), la pizzica in Romagna, 11/07/2014

Elogio della pizzica

Ci sono tante storie che parlano della Pizzica, di questo ballo tipico del Salento che alcuni fanno risalire a pratiche terapeutiche per combattere , curare e vincere punture di tarantole o di scorpioni, danze equivalenti esistono da secoli e sono praticate da popoli di tutto il sud del mondo e oggi che il fenomeno è diventato di moda potremmo dire che la danza sta al Samba Brasiliano come il Salento ai Caraibi, climaticamente ma anche perché no, culturalmente, come forma di esotismo, sensualità, corteggiamento, estetica dei corpi aggrovigliati, preliminari del sesso in movimento, ginnastica con ritmo, yoga dinamico delle coscienze corporee, ma fra tutte le storie quella che piace a me, che mi fa comodo, più suggestiva,ma anche , in definitiva, ribelle e antipotere, come se la pizzica fosse una sorta di Capoeira praticata dagli schiavi in forma di danza mentre in realtà studiavano un'arte marziale per difendersi dalle aggressioni dei padroni, fa risalire questa danza sfrenata e liberatoria, al culto della liberazione dallo stress accumulato in ore ed ore di lavori agricoli pesanti, specie al termine della mietitura del grano, in quei periodi estivi, quando le contadine, a sera, stravolte dal lavoro e dallo sfruttamento, cacciavano i loro demoni con queste contorsioni al ritmo della tammorra, indispensabile strumento percussivo che batte gli accenti in sintonia con le movenze di un combattimento contro gli spiriti...E ora che il lavoro , sia pure trasformato e trasfigurato in altri ambiti e ambienti, pare tornare a rappresentare lo stesso identico terreno di dominio e sfruttamento del'uomo sull'uomo, con l'imposizione di ritmi assurdi e la privazione di diritti, per chi ancora un lavoro ce l'ha, più che mai, è ora di suonare la tammorra, accompagnata da fisarmonica e violino,e magari  da qualche ciaramella, per tornare a combattere gli spiriti, sfrenando i nostri corpi, fino a stancare la stanchezza, fino a togliere il gusto sadico a chi di quella stanchezza si nutre per ricordare a se stesso di servire a qualcosa mentre si chiede perché mai non è in grado di "sentire" il ritmo.

Good Vision


























































































































































































































































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