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venerdì 24 gennaio 2014

Milan , Central Station, Duca D'Aosta's place, Italy, 24/01/2013

Scesi dall'autobus della Terravision e appena recuperai il bagaglio del ventre della bianca balena di metallo , mi si avvicina. "Taxi, taxi", mi fa. Un signore sui sessant'anni, con una corona di capelli e al centro un bell'aeroporto per zanzare estive, il nasone grosso e rosso, le gote piene, in carne, giubbotto verde militare. "Quanto vuoi per Corsico?", faccio. " Facciamo 40, normalmente un taxi te ne chiede 70". E vada, dico. Mi invita a seguirlo, saliamo su una saxo verde . Quando realizza che vado a Corsico se ne esce con il chiedermi, calabrese? No, dico, sono pugliese. No perché, dice lui, da quelle parti sono tutti calabresi e del resto anch'io sono calabrese. Ci accomodiamo nella sua saxo e partiamo. Per strada chiacchieriamo amabilmente del più e del meno fino a quando non gli chiedo come mai fa il tassista clandestino. Faccio l'ambulanziere e ci hanno ridotto l'orario e il contratto prevede un massimo di 800 euro mensili, lei capisce, come faccio io ad andare avanti e del resto alla pensione mi manca una vita, pure. Con questo lavoro arrotondo, un lavoro pulito, senza troppi rischi. Come, dico io, i tassisti autorizzati non le dicono  niente? No che non mi dicono niente, fa lui sorridendo affabilmente, anche perché noi interveniamo quando loro sono strapieni, ad integrazione, voglio dire, abbiamo un'intesa , spesso andiamo a mangiare insieme e ne parliamo, ci siamo accordati...persino i vigili urbani ormai ci conoscono e se vedono qualche turista in difficoltà ce lo segnalano, solo, ci dicono, sia loro che la polizia, non accada mai niente di male, ragazze violentate, turisti derubati, perché nel momento in cui succede qualcosa, allora avete chiuso. Così noi, i tassisti clandestini, saremo una quindicina, qui a Milano, altro che Roma o Napoli dove sono un'infinità , facciamo i bravi, i regolari, tutte le volte che qualche cliente perde un cellulare, un iphone, la sera stessa lo riportiamo alla polizia, non vogliamo noie, problemi, invece i tassisti mi risulta non si prendono 'sta briga...anzi ci tirano via la scheda , al telefono e se lo vendono...c'è un cinese bravissimo a sbloccarli, non ce n'è per nessuno, lo conoscono tutti, lui ti sblocca con il computer qualsiasi iphone e lo prepara buono per essere venduto. Imbocchiamo le tangenziali, nella notte inoltrata e lui continua nel suo monologo pacato, tranquillo, è un buon narratore, fa una deviazione su vicende di carattere politico, dice che ha votato Grillo, che il Pd non è più un partito di sinistra, fa gli interessi dei poteri forti, solo che una volta, quando Grillo e Bersani sono stati sul punto di accordarsi e fregare per sempre quel pregiudicato di Berlusconi, ci siamo riuniti in una sala del palazzo della Regione, noi grillini lombardi e io ero fra quelli favorevoli all'accordo, ma alla fine sono stato espulso insieme a tutti gli altri che come me speravano in un accordo di governo subito, pensa che sogno che non si è avverato, oggi avremmo Rodotà presidente della Repubblica, e invece rischiamo di ritrovarci ancora fra i piedi quello lì che ci ha rovinati e portato allo stato in cui siamo per cui me ne debbo andare in giro di notte a rimediar clienti da scarrozzare qua e là. Io ascolto, sono ammirato, è una gragnola di parole, non la finisce di parlare, ma i suoi ragionamenti, seppur pindarici, hanno una logica narrativa, sono narrazione pura, sembrano un monologo teatrale, non c'è che dire, certe persone ce l'hanno come dono, magari se fossero degli accademici, dei docenti universitari, non riuscirebbero a raccontare così, con eloquio semplice e sequenza di parole che creano aspettativa nell'ascoltatore, o nel lettore auditivo. Imbocchiamo il naviglio pavese e lui è passato a raccontarmi dell'ultimo dell'anno, che in una sola sera ha fatto 2500 euro puliti, lavorando davanti all'Hollywood, storica discoteca milanese, ad accompagnare a casa clienti bevuti che non si fidavano di rientrare da soli, segnalati dai buttafuori senegalesi, con cui , lui e qualche altro socio, hanno un accorso e gli danno una percentuale a cliente, dal momento, che , poveretti, i senegalesi sono supersfruttati, se dovessero campare da quello che gli danno per lavorare farebbero la fame, e sì, mio caro amico, la stazione è un micromondo e Milano ha mondi paralleli, concentrici, ci dobbiamo arrangiare, dare una mano gli uni con gli altri, noi che stiamo sotto al tavolo a raccogliere le briciole...ma bisogna stare attenti, fare i regolari, io per esempio-continua- non faccio lavori dove si violano più leggi, ad esempio ho alcuni amici che trasportano puttane e trans, ma se ti fermano sei fottuto, ti incriminano per favoreggiamento alla prostituzione, per non parlare di quelli che vanno a prendere gente che arriva in aereo in Svizzera o in Austria e gli fanno attraversare la frontiera, anche quello , se ti beccano, è un reato, favoreggiamento al reato di clandestinità, si può anche andare dentro, certo , si guadagna bene, anche duemila euro in un giorno, ma quelli , in Austria, i poliziotti, non li intorti facilmente , quelli ti fermano e non vogliono sentire ragioni, non accettano neanche banconote in mezzo alla patente, anzi, c'è il rischio che magari ti incriminano per tentata corruzione....Per non parlare del recente business dei siriani, che pagano benissimo per farsi trasportare a Monaco, in Germania, rischiosissimo, però. Io cerco di essere regolare, non sono ingordo, il giusto per vivere, senza dare troppo nell'occhio, la stazione resta la mia zona di competenza, incontri turisti stranieri, e se per esempio ci sono cinesi o arabi, c'ho colleghi cinesi e arabi a cui li affido, e poi così loro ricambiano il favore, mutuo soccorso, in poche parole. Poi andiamo a mangiare insieme, anche con i tassisti, quelli ufficiali , tutti insieme, ci diamo una letta alla gazza, beviamo il caffè, le puttane ci conoscono e magari ci chiedono se qualcuno che trasportiamo chiede di loro, così ho ance i loro numeri, non si sa mai, che poi ti danno la mancia...La stazione è diventata la mia vita, specie di sera, di notte, quando i tassisti scarseggiano, hanno già il portafogli pieno e a quel punto arrivano gli autobus da Orio al Serio, come quello suo, per esempio e a quest'ora un taxi costa un occhio. Ad un certo punto siamo quasi arrivati e io, pur stanco del viaggio, vorrei quasi restare ancora in macchina e sentirlo raccontare, sembra un radiogiornale di guerra (senza guerra.però), sembra un cinegiornale, un racconto alla Paolini, un teatrante di natura, come accade sovente a noi del sud del mondo, che, nonostante abbiano inventato il cinema, la tv, internet, ci ostiniamo a godere nell' ascoltare le storie orali, che sono le più belle, le più vere, come nella notte dei tempi, intorno ad un fuoco, come la storia di questo ambulanziere, che ha allietato i quaranta minuti che separavano la Stazione Centrale e il suo mondo, da casa mia. 

Sulla scorta di quel racconto, oggi sono andato a raccogliere qualche immagine e suggestione in Stazione Centrale, fissando qua e là con qualche scatto, fotogrammi di un mondo , che è quello della Stazione di Milano, concentricamente all'interno di un mondo più ampio che chiamiamo Città.