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sabato 30 maggio 2015

Qualche ora a Lecce a trovare un amico, aprile 2015

Un paio d'ore a Lecce a salutare un vecchio amico. Ci inoltriamo nella città attraverso le sue porte d'antiche vestigia, nel mezzo del barocco leccese, stile unico al mondo, tra queste case di pietra leccese, bianca e tufacea, che sembra assecondare le rughe dell'invecchiamento di chi ci abita eppure sembra non invecchiare mai, con i suoi pasticciotti, i rustici, i cannoli alla ricotta, che una volta all'Alvino ti serviva uno sbarba della provincia, emigrato in Svizzera o in Germania, ora, sostituito da un nero del Mali, destino delle terre che sembrano svilupparsi maggiormente,mano male che si va al nord, ma è vero sviluppo fare i soldi inquinando il pianeta e abbandonare le proprie terre e la sua natura incontaminata in luogo di un bell'orologio, una macchina all'olio di colza e i servigi di un dentista da attori Hollywoodiani? Mano mano che scende la sera , il passeggio nel centro viene allietato da musici di strada, da ambulanti di classe, da ragazze in bicicletta che pare di stare in Romagna e che devono pur smaltire le pucce e le orecchiette di mamma buona. Così, mentre , per gradire, ci facciamo una crocchetta di patate in qualche angolo verso via Trinchese, con il mio amico, l'avvocato, ci guardiamo intorno, e , diamine, anche le latinamericane, qui a Lecce, sembrano essere sempre state di casa. E' proprio vero che Lecce e la Rio de Janeiro del sud Italia.

Buona visione









































































































































Ostuni secondo lo sguardo di un giorno di aprile, aprile 2015

La macchina fotografica a volte è un terzo occhio buddhista, cattura angoli di mondo che sembrano di un altro mondo parallelo che i due occhi di cui siamo biologicamente dotati non riescono a vedere, chiamala attenzione al bello, chiamala arte, chiamalo  sguardo o visione, insomma, quando non scrivo perché sono scarico, fotografare mi rilassa e fotografare i paesaggi mediterranei, le case bianche, il mare spumoso d'aprile, il mese delle rivoluzioni, delle rivelazioni, alberi secolari, posture umane , volti, pance da dieta mediterranea in surplus, vecchi conventi accoccolati su case bianche che paiono antiche moschee moresche, statue di santi e cristi palestrati impiantiti stradali di mosaici di pietre levigate perfettamente incastonate, fotografare tutto questo mi rilassa ancor di più, se fosse possibile. Mi ricongiunge con la mia terra di banditi, eroi , braccianti, negrieri,anarchici, rivoluzionari, signorotti vecchi e nuovi, cappelli genuflessi e sfrontati, finché in un vecchio specchio marino, mentre lo fotografo, m'appare Padre Pio, che pare sempre avere un occhio di riguardo, per questa terra, come lo si ha, in genere, per i figliol prodighi o per le pecorelle smarrite.

Buona visione