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sabato 26 maggio 2018

Torre Guaceto, Gallipoli, spicchi di Salento! Maggio 2018

Una settimana a casa, quella che considero la mia casa. Perché a Corsico ci abito ma la mia casa è il Salento, la Puglia, Ostuni. Una settimana di ferie che mi proietta come in un sogno in un'altra dimensione. Questi lidi, la spiaggia di Torre Guaceto, normalmente visitata in periodo di ferie estive agostane canoniche, non ha lo stesso fascino selvaggio e onirico che mostra in questa parte dell'anno quando la primavera sta tracimando in estate e le acque sono gelide come quelle di torrenti montani ma fuori la temperatura è mite e si deve approfittare per fare il bagno, cosa che chi abita sempre in questi luoghi, avendoceli vicini sempre, tende a non fare. Se hai la pancia piena aspetti i bocconi migliori, di solito è così. Ma a me va bene così, la dimensione selvaggia che ancora questi luoghi offrono è più godibile in questo maggio ancora piuttosto marzaiolo e pazzerello. Lungo la spiaggia di Torre Guaceto, oasi avifaunistica in provincia di Brindisi, sulla strada Litoranea e vicino a Carovigno, cammino a passo sicuro sulla sabbia incontrando una miriadi di orme di scalpicci che mi hanno preceduto e alcuni turisti, prevalentemente stranieri, che saluteranno il mio bagno, più tardi, con una salve di facce meravigliate. Incontro il cadavere di  una Caretta Caretta, tartaruga marina che a volte si spiaggia in questi lidi e viene a morirci su per i più disparati motivi. Il mare porta  di tutto sulla spiaggia, immondizie varie, scarpe da Jogging che hanno fatto da tana a chissà quali pesci e tronchi d'albero, uno dei quali, in lontananza mi tiene in una strana nevrotica apprensione, finchè non mi ci avvicino abbastanza, perché la suggestione e la lontananza e l'arte espressiva e scultrice del mare lo fa assomigliare ad un corpo umano riverso sul bagnasciuga.
Più in là, sullo sfondo della Torre d'avvistamento dei Saraceni, di Torre Guaceto, una spianata di cespugli di salicornia, l'insalata di mare ricca di iodio ferro e vitamina "c" che popola le tavole di ristoranti a' la page. Poi il tramonto mi coglie improvviso ammantandomi con il suo fascino tropicale mediterraneo, il sole luccica sul mare che rimanda a specchio questo luccichio come di slamature di pesci invisibili.

E poi Gallipoli...Gallipoli e i suoi vicoli ben tenuti pieni di ristoranti di pesce, Gallipoli e il suo porto, il castello, le chiese, le icone che raffigurano ad ogni crocicchio San Giorgio che uccide il Drago, il male, i turchi, i Saraceni e tutto il mondo di una terra che si sente bastante a se stessa ma che l'ingordigia umana vuole ancora una volta ferire facendovi passare in mezzo un gasdotto. Gallipoli e le baracche del pesce appena pescato, dove i gamberi  autoctoni, da mangiare rigorosamente crudi, vanno a 15 euro al chilo, contro 50 di Milano...quando li trovi.
Il tramonto di un altro giorno mi sorprende perso fra le strade di Cerano, vicino Brindisi, già sulla via del ritorno, mentre un arcobaleno si staglia sull'orizzonte, a significare, che nessun veleno, nessun inquinamento , mai, impedirà il sorgere di una nuova alba, di una nuova era. Finche avremo queste immagini a ricordarci che il mondo com'era non aveva proprio bisogno di insediamenti obitoriali.

Buona visone