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venerdì 6 novembre 2015

Lecce e Galatina, ottobre 2015

Tra Lecce e Galatina, una domenica di ottobre, ci infiliamo nei vicoli della citta' barocca in mezzo a turisti inglesi anziani con zainetto inforcato persino mentre ingollano birre gelide in bar silenziosi ai lati di piazza sant'Oronzo, mentre donne est europa dagli sguardi ormonali fumano sedute allo storico Alvino, sigarette pesanti come le pance birrose dei loro mariti al guinzaglio. Artisti di strada affollano i lati dei vicoli del centro storico con quadri piu' o meno astratti che ritraggono il surreale reale che stiamo vivendo, mentre neri giocano con i prorpi bambini nella citta' piu' multietnica del suditalia e donne, coloured pure loro, portano ceste in testa come fossero in antichi villaggi africani d'infanzia. I muri delle abitazioni d'epoca di pietra tufacea scolpiti con le facciate di chiese con una maestria incomparabile, mostrano disfacimenti come mitragliati di vetriolo in una decadenza che impreziosisce come vecchi manoscritti mai letti in una biblioteca di la' da venire. Guide turistiche con tette feedancing sotto canottiere scollacciate narrano di simboli fallici su finestre di possibili antichi bordelli, mentre palme filiformi testimoniano che l'africa non e' poi cosi lontana. La basilica di santa Caterina a Galatina mostra all'interno affreschi che non si possono fotografare per tutelare un patrimonio persino di immagini dal cui finanziamento si spera ne derivi il continuo restauro in luogo di comode garconierre cardinalizie, mentre sulle facciate sculture di falconidi nidificano con teste mozzate una volta tanto da agenti atmosferici invece che dall'Isis.

Buona visione