Powered By Blogger

domenica 29 giugno 2014

Gay Pride a Milano, 28/06/2014, marea arcobaleno in Corso Buenos Aires, fotoreportage.

Arrivo in Corso Buenos Aires in largo anticipo e assisto ai preparativi della gay parade di Milano. Si vedono le prime trans e le drag queens che si agghindano per gli spettacolini a margine del grande corteo de di lì a poco si svolgerà, partendo dalla Stazione Centrale , attraverso  Corso Buenos Aires , con arrivo in Porta Venezia, pieno centro di Milano. Comincia a piovere e mi riparo sotto un balconcino nei pressi di una farmacia in Porta Venezia. Vicino a me vengono a ripararsi due trans peruviane. Una mi chiede come si svolgerà l'evento. Io dico che ne so poco, che ho appreso la notizia dai giornali. Parla un eccellente italiano, avrà poco più che vent'anni. Passano due coppie di mezz'età con mogli e figli, gli uomini delle rispettive coppie si danno di gomito indicando le due trans come a volerle schernire. La peruviana sorride. Dopo un po' mi fa, vedi quei due uomini che sono passati? Sono miei clienti, più tardi verranno a suonare al mio citofono. Io ascolto ma non commento, non sono arrivato a 50 anni senza capire che l'ostentata omofobia spesso nasconde dei complessi irrisolti, schernire nell'altro da se' ciò che non si riesce ad accettare in se'. Mi tengo la mia teoria per me e mi sposto, ha smesso di piovere e io scatto delle foto chiedendo il permesso a delle trans e ad altri partecipanti alla "parada" gay. Comincia uno spettacolo di drag queens molto ben truccate e "mascherate" , con musica a palla , al centro di un piccolo palco in porta Venezia scorgo una sosia di Conchita Wurst, la drag  che ha vinto l'eurofestival della canzone. Conciata come Conchita, il calembour ci sta tutto. Mi muovo sui marciapiedi a destra e a manca del corso per un paio d'ore cogliendo sorrisi di simpatia per la manifestazione, mentre li intorno allo spettacolo delle drag si raccolgono centinaia di persone che filmano e fotografano tutto con i loro videofonini e moltissimi fotografi forniti di reflex, perché i gay pride, palchi naturali per esibire il proprio orgoglio di essere diverso senza doversene vergognare, da che mondo e mondo, sono il paradiso dei fotografi. Una signora mi nota al margine della esibizione, seduto sul marciapiede e mi chiede se sono un fotoreporter di qualche testata. Io dico, sì, della Rai, Radio Atelevisione Italiana. Sorride, mostra di aver capito la battuta. Poi dice, che bello, finalmente Milano sembra New York, una città civile come tutte le più importanti città del mondo. Chiedo se la posso fotografare,è vestita in modo eccentrico, maglietta che fa il verso al MacDonald, sicuramente non è gay, ma come molti ormai, me compreso, non riesce a capire perché in Italia hanno più diritti civili, a momenti, gli animali domestici, dei gay! Qualche ora dopo un variopinto corteo foltissimo, saranno diecimila persone, una marea arcobaleno preceduta da poliziotti e City Angels, fa il suo ingresso sul corso, invadendolo in ogni pertugio, tanto che diventa difficile fare foto. Vengo inglobato, assorbito, dalla marea festosa  e riesco appena a scorgere striscioni della sinistra antagonista e radicale e nessuna bandiera del Pd, e poi è tutto un profluvio di bandiere arcobaleno, giarrettiere, chiappe al vento, baffi di sego, barbe posticce, finché alla fine, tutte queste differenze viste così, lì, tutte insieme, mi appaiono del tutto normali!

Buona visione!