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venerdì 13 dicembre 2013

Nebbia sui navigli, Corsico, Milano Ovest 09/12 & 11 /12/2013 (nikon cooolpix l27 & l820)

La nebbia è un fenomeno naturale straordinario, spesso accolto con fastidio, alcune volte dalle popolazioni che non sono abituate ad averci a che fare ma anche da quelle che hanno più spesso contatto. Molti meridionali e io ero fra questi, considerava la nebbia un fenomeno negativo con cui addirittura connotare a mo' di sineddoche una serie di caratteristiche deprecabili ascrivibili ad un determinato territorio ed a chi lo abitava, sinonimo di freddezza, vista offuscata e quindi, in senso metaforico, corta, confusione mentale, lacrimogeno imbriglia spirito, impedimento ad un'adeguata circolazione autostradale, spirale che offusca i contorni delle cose e delle persone rendendoli indefiniti, sfuggenti, in definitiva, irritanti. Una nebbia come quella che quest'anno si è elevata dal terreno, come il sudore di un bestione preistorico, nel milanese e nella zona dei navigli, in particolare, per il fatto stesso della presenza dell'acque che generano di per se' umidità, non si vedeva da anni, anzi, addirittura, per lungo tempo , dei meteorologi che sono sempre a caccia di sensazionalismi , lamentavano la scomparsa di questo fenomeno caratteristico di alcuni territori con determinate prerogative di scambio termico fra suolo e atmosfera, se ben ricordo a cosa si deve questa sorta di nube bianca di milioni di goccioline che paiono uscite dagli starnuti di un milione di dei, come se fosse un ulteriore conferma a certe teorie di riscaldamento del pianeta. Quest'anno ha fatto la comparsa, intensa, spessa, bianca, come il velo di un'armata di spose siberiane che marciano sulle città invadendo le strade e le periferie a caccia dello sposo inverno, smussando angoli, e quindi, in definitiva, addolcendoli, cambiando i connotati del paesaggio, chirurgia plastica a tempo determinato, tatuaggio a trasferello, poesia delle immagini, che vengono rese sfumate, come tratti di matita strofinata in tralice su un foglio per ombrettarlo...per cui le luci dell'illuminazione pubblica che si riflettono nelle acque immote del naviglio sembrano lampare ottocentesche di improbabili aiacche marine di un mare che non c'è, gli alberi spogli si fotografano sugli specchi di liquido immobile sembrando d'epoca, le panchine di un parco barche alle deriva di un mare di bonaccia, i ponti che scavallano il naviglio, scheletri di animali preistorici rubati a musei di storia naturale su Plutone,  un lontano pub popolato di figure chine sui boccali che osservano fuori e finalmente cercano di scorgere meglio ciò che vedono costringendosi ad una concentrazione visiva che dovrebbero conservare poi per quando la nebbia non c'è , la vita di una periferia di un impero senza veri re, così come dovrebbe essere, gli autobus in lontananza , balenotteri arancioni con decine d'occhi costituiti dalle loro lucine, le auto che in fila indiana sfidano le strade ghiacciate con i loro fendinebbia, creature degli abissi marini, e, infine, stanchi figuri che si avventurano nella sera velata, ombre fantasmatiche i cui lamenti sono coperti dal rombo di motori che gridano le loro sofferenze di morti coccodrilli meccanici...

Good Vision




















































































































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