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martedì 10 dicembre 2013

Alternative Night in Milan, 7/12/2013, (New Ideal), foto by Danilo Coppola

Nossa, nossa, assim voçe me mata, recita di il pezzo di discomusic entrando nella notte "unconventional" di Milano, nella cosiddetta alternative night, tanto per citare un refrain da guida turistica by night, che poi tanto "alternative" non è che sia, perché tutta questa cosiddetta trasgressione a furia di essere anticonformista diventa di un conformismo becero senza eguali e poi a dirla tutta, mentre entro alla New Ideal, nei pressi di Corsico, dove di solito fanno spettacoli di cabaret con Drag Queen, in compagnia di una piccola nikon coolpix l27, il mio sguardo decadence (una decadence assolutamente non Berlusconiana , quello è decadimento, la mia è arte) si fissa sulla campionessa ucraina di lap dance che si esibisce al centro della discoteca avvinghiandosi ofidicamente ad un palo metallico traslucido come una ginnasta sovietica d'altri tempi, in due pezzi sexy ma con un corpo da atleta olimpica, a cui chiedo se le dà fastidio che la fotografi. E mentre lei mi risponde con una risata di meraviglia dicendomi che esibirsi in pubblico è il suo lavoro, resta a guardarmi tutta la serata, così, credo, perché la mia accortezza di chiederle il permesso diviene gesto estremo di trasgressione in un mondo in una sera in una notte stroboscopica di un luogo di antica tradizione trasgressiva dove ogni sorta di essere in transizione sessuale o filosofica, mischiato a normali donne di famiglia e studentesse bocconiane in cerca di emozioni forti, pensa che trasgredire significa dimenticare le buone maniere. Mi siedo al bar e chiedo ad una ragazza lì nei pressi che bevanda tiri al momento ricevendo come risposta che se non consumo whiskej e redbull posso tranquillamente ritornare a fare il chierichetto, che poi quando facevo il chierichetto mi veniva in mente di peccare ancor di più di oggi, che a cinquant'anni siedo su un trespolo di un locale della periferia milanese ad osservare il solito tran tran del libero scambio, del laissez faire del sesso, con ogni sorta di creatura che viene importunata, vivisezionata e analizzata in una notte dove magari dei mariti stanchi riscoprono le loro vere nature dopo aver dato una carezza ai figli prima d uscire di casa al grido, così la moglie che smanetta wathsapp in combutta con  lo sfigato amante di sempre povero in canna lasciato ai tempi per un solido ma/patrimonio comodamente adagiato su un materasso di bugie, magari ascolta," cara vado a giocare a risiko con gli amici, torno tardi". Anime alcoliche caracollano sulla pista mentre due anziani deejay che moriranno a ottant'anni con le loro cuffie d'epoca mentre smanettano dei cd a mo' di dischi volanti hanno perso il sorriso dietro le routines musicali accompagnati sui lati della pista da schermi video che mostrano immagini di ballerine fuori sincrono. Seduto su uno sgabello bianco nero, vicino al bar me ne sto ad osservare e ad ascoltare la musica , mentre i cubi con i pali della lap dance sono occupati a turno dagli avventori della notte  e creature indefinite modificate da un buio complice dell'alcool pesante, passano lasciando scie di profumi costosi, come se bastassero a renderle più femminili, e mentre penso che in fondo forse non c'è miglior femmina di chi lo vuol essere a tutti i costi, al di là delle ragioni dittatoriali della natura, della fisiologia e del contesto culturale, l'ucraina mi passa a fianco sorridendomi come una ragazza normale che esce dalla panetteria dopo aver comprato il pane per metterlo in tavola a Kiev, in un inverno di un tempo indefinito, gravido di umori di legna bruciata, come le nostre vite di cercatori di piacere. Col bicchiere in mano, attraverso vari ambienti di questo luogo affatto dantesco, nonostante i propositi sbandierati, e attraverso il vetro riempito di whiskej osservo i volti indefiniti che a quel punto paiono riacquistare una loro normalità aborrita; cammino lungo locali affollati e bui pieni di anime morte che non pensano minimamente di parlare con qualcuno se non attraverso il linguaggio dei sensi, che, a questo punto, visto il clima generale del paese, si limita ad una squallida transazione economica, esco fuori da qualche parte , all'aperto, fa freddo, c'è la nebbia, come sulla pista della disco, solo che questa viene dagli dei, quella della disco dagli sghei, un mucchio di persone che a vederle fuori sembrano normali, fuma sapidamente, ma poi perchè non dovrebbero esserlo, persino io che sono entrato con intenti voyeuristici lo sono meno di loro, normale, come chiamereste un uomo che vuole esplorare tutti gli ambiti dell'arte ed esprimersi in ogni forma possibile, persino quella fotografica, pittorica, filmica, oltre che scritta, in definitiva per parlare a se stesso, per vedere se alla fine ne viene fuori qualcosa di nuovo, di diverso, delle stucchevoli forme d'arte del marketing artistico internazionale?Che in fondo un Pasolini di questi tempi non c'è e mai più ci sarà, per sfortuna o meno male, perché ciascuno di noi è unico e se si raccoglie l'ascia di guerra di un vecchio guerriero della trasformazione culturale, poi la si usa a proprio modo. Mentre termino il secondo bicchiere della "bevanda del momento", ritorno in pista e mi riaccomodo su un trespolo, davanti a me tre ragazze della notte danzano rimirandosi negli enormi specchi sulle pareti laterali, mentre qualche vecchio porco nonostante tutto si è addormentato sui comodi divani vintage messi lungo i lati dello spazio ballabile. Nel frattempo c'è il compleanno di qualcuno, i deejay declamano ad alta voce il nome, e la lapdancer ucraina porta la torta con le candeline, mandando a farsi benedire i sogni di qualsivoglia cacciatore di trasgressione. Così va la notte, mentre verso le tre scivolo via ed esco salutando la ragazza dell'ucraina, diretto a casa, nella nebbia con la mia utilitaria , avido della più alta forma di trasgressione che ci possa essere a quel punto...andare a dormire. Buona notte e stop....


Buona visione






























































































Il sabato successivo...


































1 commento:

  1. Le parole scorrono come la "bevanda del momento" libere, descrivono, dipingono un mondo cosiddetto trasgressivo, dove la ricerca disperata di un qualcosa di alternativo si riduce allo scontro con le solitudini che ognuno custodisce con gelosia più o meno consapevolmente. Uno spaccato della notte, l'altra faccia della medaglia di giornate e vite piene di foschia.
    Quando fotografare va oltre il mezzo e la parola diventa il diaframma tra l'io e il mondo. Ottimo lavoro!

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