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mercoledì 23 ottobre 2013

Milano, da Viale Brenta, a piedi, su Corso Lodi, Isonzo, Toscana, Tibaldi, metà ottobre 2013, photos by Danilo Coppola

Cammino a passo lento , come un monaco taoista , con attenzione, un'attenzione indotta , però, dalla presenza delle merde canine che belle signore profumate di giorno non raccolgono dopo i misfatti dei loro cani-mostriciattolo da compagnia. La fermata della metropolitana della Linea Gialla, Brenta, a quest'ora , circa le otto di sera, è sovraffollata. Dalla bocca della metro, sputati dai denti della scalinata fuoriesce ogni sorta di essere multietnico e , per dirla tutta, multisessuale, la qual cosa mi fa sembrare ancor più assurda l'esistenza in vita di una chiassosa maggiorana di "puristi" di razza e sesso, che di giorno non lesinano di farsi sturare i cessi da arabi o esteuropei e di notte non fanno altro che spendere i loro denari supplicando in ginocchio creature di ogni razza e sesso, di ricordargli ,sia pure in forma surrogata ,l'esistenza del piacere . Il ristorante nippo-cino.italiano, dove vige la formula "venti euro qualsiasi quantità tu riesca a ingurgitare ma guai a lasciarne qualche boccone nel piatto perché se non  te lo fanno pagare in più ", sembra funzionare a meraviglia, a giudicare dal numero cospicuo di avventori che vedo entrare in pochi minuti. Cartelloni pubblicitari luminosi messi in cima ai palazzi si riflettono sulle buie finestre di vetrometallo di altri palazzi sul lato della strada, mostrando modelle deformate che pubblicizzano il prodotto del momento, la Nutella, un alimento combatti-stress, perché com'è noto da secoli il cioccolato sviluppa la serotonina che è un ormone che genera buon umore. La qual cosa mi fa pensare che , da secoli il fior fiore della scienza chimico-biologica non trovando lavoro negli ambienti pubblici o di ricerca mette le proprie conoscenze al servizio delle aziende agroalimentari finendo per creare mostri, alimentando dipendenze e dirigendo gli stati d'animo delle masse, pensate, semplicemente imponendo al mercato alcuni tipi di alimenti. Per cui dalla semplice osservazione delle pubblicità , ad esempio,  del Voltaren in primavera e  di vari  gastroprotettori in autunno,  si può desumere che sono indotti subliminalmente persino gran parte dei nostri malanni, secondo uno dei più antichi principi, quello della suggestione.. E  questi cartelloni pubblicitari luminosi, posizionati strategicamente, lungo la prospettiva del viale, con i palazzi a specchio a rimandarne le immagini, non sono  da meno, quanto a genialità d'arredo urbano. A piedi svolto a sinistra su corso Lodi mentre una ragazza dalle forme modiglianesche digita nel suo iphone di schiena ad un muro di mattoni rossi non ancora del tutto scoloriti dal tempo.  Al 56 di corso lodi c'è il mio Kebap preferito, i ragazzi mi conoscono e subito, mentre in sottofondo c'è musica ottomana e sulla parete di fronte campeggia una gigantografia del ponte sul Bosforo, mi preparano a mano la pasta per il panino e qualche minuto dopo me lo tirano fuori dal forno farcendomelo con ogni ben di dio e con i mitici pezzi sapidi di carne di vitello e pollo.. Mi rilasso mentre consumo la mia cena e di lì a qualche minuto proseguo il mio cammino. Attraverso un ponte della ferrovia e fotografo dei graffiti su un parallelepipedo sgretolato abbandonato a lato binari. In piazzale Lodi proseguo per Viale Isonzo e guardo passare la circolare urbana(90-91) che fa servizio 24 ore, anche di notte dove si rarefà a botte temporali di venti minuti( ma non è tanto). Pochi avventori del servizio a quest'ora, musicisti peruviani, qualche studente intento a smanettare nel suo iphone, autisti dell'Atm in pausa fumano boccate di Marlboro lights. A destra c'è la famosa Piazza Trento dove una volta di notte battevano giovani prostituti italiani che sembrano aver lasciato il posto ad arabi ed esteuropei. Proseguo sul marciapiedi sinistro, mentre dalla parte opposta della strada c'è il buio Parco Ravizza che più tardi ospiterà un bel po' di rumene e sudamericane che faranno su e giù nel proprio metro quadro di cella dalle pareti trasparenti fumando nervosamente e parlando al cellulare con lontane amiche d'infanzia o forse semplicemente ringraziando il pappa per non averle pestate. I marciapiedi si animano, sotto le insegne di kebap e macellerie islamiche coppie multietniche passeggiano a passo svelto in attesa di infilarsi in qualche pizzeria, autobus autosnodati occupano il centro del viale, semivuoti a quest'ora forse per l'incombente Champion's League. 
Giunto a Romolo attendo l'autobus, fra skaters che ci provano con bionde ragazze , a distanza , impennando lo skate come totem declaratorio delle proprie intenzioni sessuali e osservando una famigliola centrafricana composta da mamma e figli  che cerca di ammazzare l'attesa raccontandosi storie per metà italiane e per metà africane, giusto per essere bipartisan , giusto per non dimenticare da dove si viene e per rendere omaggio a dove si è finiti per andare a parare , conservando la tradizione e accettando la nuova cultura, mentre noi italiani osserviamo smarriti, rapiti, rovistando nella nostra memoria una cultura nazionale che  abbiamo smarrito credendoci americani senza sapere una parola di inglese.































































































2 commenti:

  1. mi piace molto l'idea del riflesso del volto...

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  2. che dire sull'introduzione: le parole scivolano via fluide cavalcando i tuoi pensieri!

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