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venerdì 4 ottobre 2013

Corsico (Mi) , dintorni della vecchia stazione ferroviaria, photos by Danilo Coppola

Un pomeriggio, senza un granché da fare , esco con la macchina fotografica, fendo con la mia camminata spastica da discherniato il "Quartiere Giardino" di Corsico , la gente in piena attività produttiva mi guarda in modo strano, con la stesa espressione irritata di quelli che mi osservano mentre scrivo sul taccuino in metropolitana, come uno che non ha altro da fare, un po' esaurito, improduttivo , sociopatico  quello no, visto che non faccio fatica ad attaccar bottone, a quel punto invadente quindi. Attraverso il naviglio passando su un ponticello davanti alla pizzeria La Villetta dove sulla porta hanno un cartello con su scritto "attenti al gradino" che se  gli si viene dato un risvolto sociopolitico potrebbe significare che te ne devi stare nel tuo e niente rivoluzioni, reverenza per i più potenti . Alla mia destra dei nuovi appartamenti, termitai allucinanti che qualche filo d'erba intorno dovrebbe rendere più "residenziali ma che invece ha lo stesso effetto  di una bella spilla d'oro a forma di farfalla su un vestito brutto indossato da una faccia ancora più brutta. Dopo 200 metri  a destra, di fronte ad un campo di calcio che una volta ospitava una squadra di calcio femminile, mi appare  un lungo muro dal profilo giallo appartenente ad un parallelepipedo di quello che una volta doveva essere uno stabile industriale, con uno sfondo nero lavagna dipinto ad arte e sul nero a profluvie i colori variopinti  di numerosi  graffiti . Anche i muri della strada che gira intorno all'edificio ne è rivestita. Il pomeriggio senza sole, grigio, autunnale, rende l'atmosfera intorno a effetto seppia, quasi, faccio foto a colori che paiono in bianco e nero. Ma quei muri anonimi prendono vita e mi fanno pensare che i graffiti sono il tratto barbarico e disperato di primitivi di ritorno i quali ciascuno secondo le proprie abilità lasciano un segno del loro passaggio, testimoniano della loro esistenza, in una società di milioni di nessuno...dovremmo tutti noi donare i nostri muri all'arte, lasciarceli imbrattare dal colore, lasciare che il colore entri nelle nostre vite grigie e ci metta di buon umore, cancellando per sempre le preoccupazioni di un'intonacatura, costosa e noiosa,...scatto foto di buona lena, mentre i treni passano lasciando il loro rumoroso sottofondo tipico, che nel tempo diviene sempre più piatto , sommesso, abbandonando i rugginosi clangori dei vagoni del passato, che per me avevano la stessa poesia dei piatti di una batteria il cui rullante era il ritmo tipico del ciuf ciuf sottolineato dall'ululato della sirena , nei pressi dei passaggi a livello. In mezzo ai volti attoniti di automobilisti del pomeriggio inoltrato , ritorno verso casa dopo qualche ora e alcuni scatti, la macchina appesa al collo, lo zainetto in spalla e quell'espressione un po' da monaco Taoista senza essere monaco e senza essere Taoista, consapevole che l'incontro con la fotografia mi ha fatto scoprire molte cose, per primo i dintorni  dove ho dimorato per vent'anni senza accorgermi quasi dell'esistenza stessa di ciò che mi circondava e quindi, in qualche modo senza esistere, sempre di corsa, sempre in guerra contro tutto e tutti, col solo scopo di produrre beni e servizi per sopravvivere in attesa di qualche boccata d'ossigeno chiamata "vacanze"...ci ho messo vent'anni per sapere che l'Area Ex Pozzi prende il nome da una vecchia cartiera di cui ho visitato il rudere. Mentre percorro un ponte che sorvolando il naviglio mi riporterà a casa osservo una donna araba con l'hijab mentre gioca con il suo bambino e vorrei fotografarla. In dubbio se chiederglielo o meno non  scatto e dentro di me penso che, sì, la foto ad una persona, che è anche un paesaggio antropologico con la sua significazione facciale, quando è improvvisa , catturando la spontaneità, ne ruba , in qualche modo, una porzione d'anima e noi che la fotografiamo pubblicandola come opera d'arte e quindi di bellezza , in quel momento, siamo dei arbitrari, decidiamo in nome e per conto di chi vuole tenere la propria bellezza, celata agli occhi del mondo...





















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