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domenica 24 settembre 2017

Il gatto in noi

Qualcuno ha detto che i gatti sono gli animali più lontani dal modello umano. Dipende dal tipo di uomini, e naturalmente dal tipo di gatti. Io trovo che i gatti siano a volte misteriosamente umani. Nel 1963, Ian Sommerville e io ci eravamo appena trasferiti nella casa in calle Larachi 4 a Tangeri. Ecco che diversi gatti si radunano davanti alla porta aperta, facendosi avanti e poi arretrando come paurosi di arrivare a portata di mano. Poi un gatto bianco si avvicina pian pianino. Gli tendo la mano. Il gatto inarca la schiena, va avanti e indietro, sotto la mia mano fa le fusa come sempre i gatti hanno fatto da quando è stato addomesticato il primo gatto. Gli altri gatti brontolano e piagnucolano per protesta: “Guardalo, il leccapiedi!”
Tratto da "Il gatto in noi" di William S. Burroughs

Non è un caso che uno dei profeti della beat generation, lo scrittore William S.Burroughs, un tipo che non ha certo avuto una vita di tutto relax, dedichi un libro ai gatti. Anche Charles Bukowski ha scritto molto sui gatti. Due tipi poco raccomandabili. Due poeti che hanno squarciato il '900 con la lucida follia dei loro testi e versi.
Il gatto in definitiva è un essere invidiabile per la sua proverbiale indipendenza e perché se decide di concedersi agli uomini lo fa in modo assai poco ruffiano, deliberatamente e liberamente, non necessariamente sulla base della mano che lo nutre. In fondo alla maggior parte degli uomini questo carattere piace. Perché non ce l'hanno loro e vorrebbero possederlo o perché ce l'hanno e si riconoscono. Il gatto in fondo è l'animale, in tempi moderni, più improduttivo e , in definitiva, più antindustriale che sia sopravvissuto alla notte dei tempi conservando i caratteri originari. Uccide i topi, in campagna, non per nutrirsi(gradisce di gran lunga il cibo cedutogli da mani umane)ma per dire, "ecco vedi, se voglio tengo lontano il male dalla tua dimora, uomo di poca fede"... solo per dimostrare che quando vuole lo può fare. Perché è nel suo istinto.
Il gatto è l'animale a cui nell'antichità si sono ispirati i grandi yoghin che hanno inventato e perfezionato lo yoga. L'osservazione dei gatti e delle loro posture che l'istinto insegna loro ad assumere, li ha ispirati. E le loro osservazioni hanno collegato le posture animali , lo loro torsioni, ai momenti in cui le assumevano. Intuendo, in definitiva, che ogni postura, era loro suggerita dall'apparato neurologico ed endocrino. E che assumendo gli uomini, quelle posizioni in sequenze studiate, li avrebbero aiutati a combattere le malattie e le nevrosi determinate dagli accadimenti che vivevano.
I gatti di contrada Vallegna, 3 km sulla strada che da Ostuni porta a Cisternino(Br) , Puglia altosalentina, nel corso degli anni si sono selezionati in una mescolanza di razze che ha prodotto il ventaglio cromatico straordinario che si può notare in queste foto...E che dimostra che ,semplicemente se ne fregano del razzismo. I risultati estetici e della varietà dei caratteri , come potrete notare,sono semplicemente straordinari.
Noi umani abbiamo solo da imparare, da questi custodi dei focolari domestici, da questi infiniti meditatori ronfanti, dai loro "om" buddhisti in forma di ronfo. Proviamo nei loro confronti la più profonda delle invidie, questo sì, sentimento umano, men che mai gattico!

Buona visione



































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