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domenica 25 ottobre 2015

Un po' di Expo

Una giornata di maggio all'Expo....Il villaggio e' circondato da militari in mimetica che temono attentati islamiconoglobal, progettato come un castrum romano con un decumano al centro, strada di qualche chilometro lungo la quale si dipanano le file a pettine dei padiglioni, affrontiamo la calura di maggio e la mancanza di mezzi elettrici all'interno per persone anziane o disabili-non e' una cosa per vecchi . 
I padiglioni costruiti in materiali speciali e quindi non permanenti hanno fatto sbizzarrire architetti designers e arredatori.
 Spicca al centro degli spazi espositivi , proprio davanti al padiglione Italia ,vietato a cardiopatici e anziani pena una fila di ore, l'albero della vita, un'esposizione perche' no , geniale, gigantesco totem di legno, metalli, fontane che spruzzano getti d'acqua al ritmo di svariate musiche, mentre palloncini e fumi colorati fuoriescono da questo gigantesco gigrobodacciaio criogenizzato.
 Tra i padiglioni che riusciamo a visitare, con i miei genitori al seguito, c'e'  quello della sempre efficiente Germania, con il suo tek e i due piani che portano ad un tetto di prati artificiali area picnic, quello del Marocco, con spezie , te' e infusi curativi, l'iraniano con busto di Avicenna e piante medicamentose con strumenti a percussione in trepida attesa di essere suonati, da fuori vediamo il Kuwait con le vele che sormontano la sabbia dei deserti continuamente bagnata perche' il vento non la sparga via, il padiglione israeliano con mais, grano e altro coltivati in verticale e annaffiati a goccia , la Serbia che piu' che hostess strafighe non e' che ci mostri, i paesi mediterranei con Egitto , Albania e Sicilia e altri ancora, visti di straforo, sotto una cappa di caldo tropicale, che alcuni combattono con vaporizzatori installati qua e la'  e rabbocchi di borracce in vari punti dell'acquedotto milanese gravidi d'acque filtrate. 
Mentre davanti allo stand messicano si fa la siesta, da quello polacco c'e' teatro, in Cile una cantautrice sputacchia qualcosa in ispanico etc. Scolaresche si aggirano voraci a caccia di gelatai ambulanti, o di musica da ballare davanti a palchi improvvisati...
 bambine coi capi coperti da hijab parlano il lombardo della bassa che e' uno sconcertante piacere, mentre si baciano di nascosto con latini di seconda generation. Il razzismo battuto dalla societa' e dal costume molto prima che nella politica! 
E a questo punto l'inquietante presenza di MacDonald e Cocacola dove file di ragazzi fanno una fila bovina per il glass of cocacola, free, mi fanno pensare che e' solo l'ennesima fiera spremisoldi consumistica travestita da kermesse del ben mangiare e contro la fame nel mondo.

Buona visione
Di ringraziano Mario e Germana Coppola





















































































































































































































































































































































































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