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domenica 12 gennaio 2014

Gli ulivi di Ostuni, ultimi giorni di dicembre 2013 (Contrada Refrigerio)

Sin da piccolo ho imparato a venerare questi , come mi apparivano allora, giganteschi patriarchi verdi, che, come un esercito , presidiavano la marina  di Ostuni e il fortilizio di case bianche, ad argine di qualsiasi attacco marino, autentiche sculture viventi, amo pensare , che le emozioni che hanno provato nell'assistere all'alternanza di dominazioni normanne, scorrerie saracene, galeoni spagnoli e cavalieri francesi,  hanno costretto a contorsioni lignee, vere e proprie risposte emozionali alle vicende che li hanno attraversati, specchi  scultorei di sogni di grandi uomini sconosciuti che hanno dimorato queste terre, torsioni tragiche, comiche, ofidiche, balzane, bizzarre, come se la natura si fosse divertita a compiere opere d'arte in continua evoluzione e a sistemarle ben piantate di radici nella rossa terra della marina di Ostuni.  Si prova emozione nel passeggiare fra le campagne della contrada Refrigerio , dove mia madre lustri e lustri fa, teneva varie classi di una scuola rurale e mi portava con se' lasciandomi, nelle ore mattutine di lezione, scorrazzare per la campagna, ad osservare, a seconda delle stagione, merli e tortore che si abbeveravano nei canali di acque reflue e rane , ranocchi e rospi, che guidavano i loro girini in fila indiana nelle trasparenze traslucide di quelle acque illuminate da un sole  obliquo....Oggi questi ulivi secolari sono stati censiti, con tanto di targhetta e numerazione, come a riconoscerne finalmente, il valore millenario, è il caso di dire, visto che di queste piante ne esistono davvero di quell'età di prima di Cristo. Ma non sono del tutto prive del rischio di estinzione, dal momento che , di recente, la Regione Puglia, ad una legge di tutela, ha aggiunto delle postille che rendono l'abbattimento e la soppressione di questi monumenti di interesse pubblico, più facile. A chi ama la natura e l'arte e anche a chi ama la propria terra e un modello di sviluppo basato sul turismo e l'accoglienza, il compito della difesa di queste meraviglie della natura mediterranea. In contrada Refrigerio, verso la marina di Ostuni, vi sono fra gli ulivi più imponenti e rappresentativi del mediterraneo, in mezzo a strade ancora sterrate, muri a secco di pietre sapientemente incastonate che vengono ormai rifatti da magrebini o albanesi, visto che i mastri paretari locali si stanno estinguendo serbando dentro di se' la propria arte senza trasmetterla ai giovani, e , nonostante l'inverno, in mezzo a prati verdi trapuntati di fiori gialli, quando ancora le olive nere e mature, non sono state del tutto raccolte e giacciono , origine dell'oro giallo dell'extravergine migliore del mondo, abbandonate e silenziose nei rosoni di terra rossa creati ad arte intorno alle piante per la raccolta. Osservo questi immensi e caratteristici "baobab" mediterranei alcuni dei quali appoggiano, i robusti e pesanti rami laterali cresciuti in strane direzioni inconciliabili con le leggi della gravità, su stampelle di file di tufi bianchi , su alcuni dei quali, il tempo e gli agenti atmosferici, scavando come archeologi inconsapevoli, hanno fatto emergere fossili di conchiglie o pesci preistorici. Mi piace pensare che vecchi contadini abbiano voluto dare a loro l'ausilio di un bastone per una buona vecchiaia. Me ne vado su queste strade deserte, che dovrebbero invece essere popolate di scolaresche e famiglie in gita di piacere e passeggiate ecologiche, con  la mia macchina fotografica, cercando di immortalare il più possibile il mio stato d'animo, che è quello di chi è nato in queste terre e non si pasce mai abbastanza di non avere certe bellezze tutti i giorni sotto gli occhi, meravigliato, invece , da chi, a simili bellezze, per abitudine, non bada più....
(Si ringrazia la modella Noemi Coppola, per alcune foto di questo post)

Buona Visione







































































































































































































2 commenti:

  1. L'arte della Natura: creature di Dio che trafiggono il tempo sopravvivendo in contorsioni stupefacenti modellandosi come un magma informe.
    Ottima idea quella di documentare una Natura che nonostante tutto è immortale. Belli anche gli scorci degli edifici che hanno assorbito il colore della terra, quasi inglobati dal contesto.

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