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mercoledì 20 dicembre 2017

Stazione ferroviaria di Trezzano sul Naviglio (Mi), graffiti e fantasmi cinesi...Novembre 2017

Una domenica di novembre, freddo intenso, mi aggiro furtivo per le strade di Trezzano sul naviglio, ovest milanese, nei pressi della stazione sita sulla tratta ferroviaria che da Milano Porta Genova giunge a Mortara e viceversa, attraversando risaie e campi di mais, fra aironi cenerini, cornacchie grigie, capannoni industriali più o meno abbandonati come scheletri di tirannosauri metallurgici anni '70 '80. Cammino nel freddo intenso gelido vento, nonostante il sole abbacinante nella giornata resa tersa dal fiato di Dio. Bellissimi graffiti adornano questi capannoni industriali abbandonati che testimoniano il passaggio dalla società industriale fordista a quella in fibra ottica e camionata di Amazon. Io scatto sparando col mirino della mia Nikon come un cecchino acchiappasogni senza soluzione di continuità. Non ci vedo bene senza occhiali da presbite, ma non li uso lo stesso, scatto a sensazione. I muri dei capannoni un tempo grigi sembrano riprendere vita. Paiono i sogni degli stanchi e silenziosi cinesi che passano con passo felpato, bisbigli burroughsiani e sguardi traslucidi in tralice, in attesa di prendere i rari treni regionali che li trasporteranno a Milano per i loro traffici commerciali o semplicemente automobilistici. Ad un certo punto sono talmente anonimi, inespressivi, silenti, sospettosi, nei loro fantasmatici incedere, che i graffiti sembrano le proiezioni dei loro sogni abortiti sul nascere. Hanno lasciato le campagne cinesi-nella migliore delle ipotesi- o i conglomerati di Pechino dove si vive in 20-30 mila persone e in attesa di vedere i propri desideri coronati in questa vita in bianco e nero, sognano a colori. Sono gli unici abitanti di questa fredda domenica di novembre e sono miei amici. Perché non mi chiedono niente. Essi vivono, parafrasando un vecchio film di Carpenter...

Buona visione















































































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