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venerdì 23 gennaio 2015

Milano come non l'avete mai vista, Buenos Aires, Loreto, Leoncavallo, Padova, Pontano, 23/01/2015

Con capellino occhiali da sole zainetto e compatta al seguito, come un guerrigliero benefico che si muove per la città, mi aggiro nei pressi di corso Buenos Aires e piazzale Loreto, prove di compatta, macchina piccola, veloce, ideale per la street photography, ideale per esperimenti che possono persino restare lavori definitivi, imparo imprimendo. Lungo via Leoncavallo becco le scolaresche delle medie in uscita , ragazzi multietnici ciarlano chiassosi e gioiosi, mi viene fatto di pensare che  un po' di occhi a mandorla e pelli olivastre non possono che far bene al nostro sangue esangue di europei vecchi e men che mai antichi, Efe Bal sventola su uno striscione pubblicitario, la transessuale più famosa d'Italia, nemmeno lei italiana, tra l'altro( le vendetti una cucina 10 anni fa)prendendo in giro i leghisti, dietro di lei un buontempone beve una birra seduto su una panchina mentre ascolta vecchie audiocassette punkrock, il deposito dell'Atm vecchio e rugginoso mi fa venire in mente lontani film partigiani black & white, mentre i Club Dogo sembrano reali ragazzi che passeggiano sul marciapiede caracollando con le braccia istoriate di tatuaggi e la testa piene di minchiate-come direbbero loro-e invece sono manifesti, vecchi palazzi convivono con rutilanti cartelloni pubblicitari e così ad un tratto svolto a la detecha, mi infilo in una strada lungo un ponte di una elevated, via Pontano, i cui muri, per chilometri, sono dipinti da graffiti strani e mostruosi, facce orribili e orribili favelle, transformers giganti che paiono veri e pronti ad uscire dai muri per arrampicarsi sui palazzi, vecchie strisce di Sturmtruppen che mi ricordano i diari liceali delle mia infanzia pugliese e poi ancora piovre, tori che si preparano a caricare, facce da gorilla, mostruosità che non sono altro che il portato di questa città, una città che produce mostri che , in forma d'arte, escono fuori dagli spray colorati di coloro che definisco indiscutibilmente i michelangelo postcontemporanei a costo zero, producono bellezza gratis per tutti e trasformano il bestiario metropolitano in simpatiche creature d'altri tempi...
Presto di ritorno, con sosta al Mac Donald, pieno di studenti postprandiali alle prese con i loro smartphones, poi in metropolitana dove un gruppo di Gipsy fa il verso a Enrique Iglesias...non importunano nessuno, non rompono , non danno fastidio, solo una cosa: per favore , e qui la rima ci sta tutta, suonate le vostre canzoni, che di Enrique Iglesias ne ho pieni i coglioni.


Buona visione




















































































































































































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